La N-acetilcisteina (NAC) è una di quelle molecole che sembrano nate per fare da ponte tra chimica e poesia: piccola, umile, ma capace di rimettere ordine dove domina l’ossidazione, come un custode che accende luci nelle stanze buie del corpo.
L'acetilcisteina è un derivato N-acetilato dell'amminoacido "solforato" cisteina. Un suo precursore usato in alcuni integratori è l'N-acetilcisteina (o NAC).
Presenta attività antiossidante e mucolitica ed è anche un antidoto salvavita in caso di eccessiva assunzione di paracetamolo (avvelenamento da paracetamolo). Inoltre si è riscontrato che può avere proprietà antiapoptotica, epatoprotettrice e nefroprotettrice.
Antidoto
L'utilizzo dell'acetilcisteina in caso d'avvelenamento da paracetamolo è dovuto alla sua capacità di rigenerare le scorte di glutatione a livello epatico. La cisteina, di cui l'acetilcisteina è sostanzialmente una forma di rilascio, è uno dei precursori del glutatione. A livello epatico il paracetamolo viene metabolizzato in N-acetilbenzochinonimmina, un metabolita in grado di indurre un notevole stress ossidativo e di legarsi covalentemente a molte proteine. A dosaggi terapeutici, l'N-acetilbenzochinonimmina viene prontamente coniugata con il glutatione formando un composto non tossico. Invece a elevate concentrazioni il glutatione non è sufficiente per cui, al fine di ripristinarne i livelli fisiologici, viene somministrata acetilcisteina ad alti dosaggi. (wikipedia).
Attività mucolitica
Probabilmente l'attività mucolitica dell'acetilcisteina è dovuta alla sua capacità di scindere i ponti disolfuro (-S-S-) tipici di molte proteine cicliche presenti nel muco (mucoproteine) e questo in ragione della presenza nella molecola di un gruppo tiolico libero (-S-H) in grado di interagire con questi legami responsabili dell'aggregazione delle proteine e quindi dell'alta viscosità del muco. Come risultato della scissione dei disolfuri in tioli, le molecole glicoproteiche vengono scisse in unità più piccole dotate di minore viscosità per cui vengono modificate le caratteristiche reologiche con conseguente più facile espettorazione. L'attività sulla componente purulenta delle secrezioni viene attribuita alla capacità di questo composto di depolimerizzare gli acidi nucleici. (Ballarini G., et al. 1971, Nuova Veterinaria)
Attività antiossidante, protettiva e neuromodulatrice
Sempre per la sua attività antiossidante, vari studi hanno suggerito che l'acetilcisteina possa presentare altre azioni:
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Attività preventiva dell'uropatia emorragica da ciclofosfamide ed isofosfamide. A questo proposito, uno studio di Munshi e colleghi del 1992 ha concluso che l'attività di prevenzione dell'acetilcisteina nei confronti dell'uropatia indotta dall'isofosfamide è inferiore a quella del MESNA. (Munshi NC, Loehrer PJ Sr, Williams SD, Langefeld C, Sledge G, Nichols CR, Roth BJ, Neuman A, Walsh WB, Einhorn LH., Comparison of N-acetylcysteine and mesna as uroprotectors with ifosfamide combination chemotherapy in refractory germ cell tumors., in Invest New Drugs., vol. 10, n. 3, agosto 1992, pp. 159-163, PMID 1428725
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Attività di prevenzione della nefropatia conseguente all'uso di isofosfamide. In merito a questo punto, l'utilizzo dell'isofosfamide può determinare, specie in età pediatrica, la comparsa di disfunzioni renali del tipo Sindrome di Fanconi con perdita di amminoacidi, glucosio, fosfato, bicarbonato e proteine di basso peso molecolare e concomitante riduzione del tasso di filtrazione glomerulare. Ciò può determinare lo sviluppo di un'insufficienza renale cronica. Alcuni lavori in vitro ed in vivo su modelli murini hanno suggerito che l'acetilcisteina possa avere un ruolo nel prevenire questa complicanza. (Chen N, Aleksa K, Woodland C, Rieder M, Koren G., N-Acetylcysteine prevents ifosfamide-induced nephrotoxicity in rats., in Br J Pharmacol., vol. 153, n. 7, aprile 2008, pp. e1364-72, PMID 18278066)
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Attività epatoprotettrice da alcolici e contaminanti ambientali.
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Attività neuromodulatoria in varie patologie psichiatriche, grazie all'attività inibitoria verso i recettori mGLuR2/3 dei terminali nervosi glutammatergici (risultando nella riduzione del rilascio sinaptico di glutammato). Inoltre, il glutatione può potenziare la risposta al glutammato dei recettori NMDA. Altre attività neuromodulatoria dell'acetilcisteina sono la riduzione della formazione di citochine infiammatorie, la riduzione di prodotti dello stress ossidativo. (Massimo Carollo, Nicola Carollo e Giulia Montan, The promise of N ‐acetylcysteine in the treatment of obsessive‐compulsive disorder, in CNS Neuroscience & Therapeutics, vol. 30, n. 2, 2024-02, pp. e14653, DOI:10.1111/cns.14653)
In oculistica
- In campo oftalmologico è usata per il trattamento di disturbi dovuti a deficit lacrimale con o senza alterazione della componente mucosale, come cheratocongiuntiviti e cheratopatie.
Off-Label
L'acetilcisteina riduce inoltre i livelli plasmatici di omocisteina; potrebbe perciò potenzialmente risultare benefica nei pazienti con omocistinuria, che sono ad alto rischio tromboembolico. (M Monti, L'ulcera cutanea: approccio multidisciplinare alla diagnosi ed al trattamento p.107, Springer, 2000, ISBN 978-88-470-0072-8.)
L'acetilcisteina su un modello animale mostra di inibire l'attività dei fibromiociti cardiaci causa di fibrosi cardiaca in corso di cardiomiopatia ipertrofica[29]. Quest'attività è correlata anche a meccanismi che coinvolgono le MMPs (Metallo Proteine di Matrice Zinco dipendenti) in particolare le collagenasi[30]. All'azione sulla collagenasi si somma anche un effetto sulle PGE2 e sull'IL-1β, con positivi effetti sulla cartilagine articolare. (Roman-Blas JA, Contreras-Blasco MA, Largo R, Alvarez-Soria MA, Castañeda S, Herrero-Beaumont G., Eur J Pharmacol., 25;623(1-3), 2009 Nov, pp. 125-31, PMID 19765584)
Le azioni dell'acetilcisteina si esplicano sulla pelle, con un'azione di inibizione (scavenging) dei ROS (Radicali Liberi dell'Ossigeno), i quali sono anche causa di aumento di collagenasi e MMPs in genere[32]; l'aumento dei ROS comporta una precoce invecchiamento delle strutture profonde della pelle. (Shin MH, Moon YJ, Seo JE, Lee Y, Kim KH, Chung JH.Free Radic Biol Med. 2008 Feb 15;44(4):635-45. Epub 2007 Nov 12. PMID 18036352)
Alcuni studi hanno suggerito che l'acetilcisteina possa essere utilizzata nella terapia eradicativa dell'infezione da Helicobacter pylori. Il farmaco sembra agire, tramite la sua azione mucolitica, riducendo il muco gastrico che ricopre e protegge il batterio, favorendo l'azione battericida degli antibiotici utilizzati (Cammarota, et al., Biofilm demolition and antibiotic treatment to eradicate resistant Helicobacter pylori: a clinical trial., in Clin Gastroenterol Hepatol, vol. 8, n. 9, 2010, pp. 817-820.)